Il Progetto Reykim
Una scuola superiore dove gli studenti si suicidano uno dopo l’altro. Un ambiente dove bullismo e vessazioni sono la normalità. Un demone che ti costringe a vivere le tue peggiori paure lasciandoti solo la morte come via d’uscita.
Tempo fa navigavo nell’universo di internet in cerca di ispirazione per il prossimo progetto. Tra misteri irrisolti, fatti di cronaca controversi e leggende di vario genere, mi sono fermato su quei siti dove spopolano i cosi detti Creepypasta.
I creepypasta sono racconti del terrore sviluppati direttamente dagli utenti. Di solito qualcuno posta una prima storia e gli altri hanno la libertà di seguirne il canovaccio pubblicandone di nuove. In poco tempo si crea un universo narrativo sempre più dettagliato e, soprattutto, sempre più ricco di spunti.
Molte di queste storie fanno così presa sugli utenti che nel giro di poco conquistato lo status di leggende metropolitane. Scorrendole una dopo l’altra ero sempre più convinto di avere trovato l’El Dorado per la mia sete di suggestioni.
Un creepypasta in particolare mi ha colpito. La storia del Rake narrava di questo essere antropomorfo con occhi di un nero denso che al solo guardarlo il malcapitato di turno cadeva in uno stato di terrore paralizzante. L’epilogo variava a seconda dei racconti: a volte il disgraziato si suicidava, altre moriva in circostanze tragiche. Che dire? Il pensiero di una persona costretta a uccidersi per porre fine al terrore in cui era caduta mi mise i brividi.
Così condivisi con un mio amico (e collega) questa idea di un essere che spaventa letteralmente fino alla morte le proprie vittime. Entrambi eravamo convinti che fosse un bel nucleo da cui partire. Allo stesso tempo decidemmo di discostarci dai racconti del Rake perché ritenevamo che la velocità con cui si consumano contenuti sul web fosse così elevata che ormai in pochi si sarebbero lasciati suggestionare da una simile storia.
Concentrandoci su quell’unico dettaglio della “paura che costringe al suicidio” abbiamo creato una nuova mitologia. Abbiamo pensato a un demone (il Reykim. Un piccolo tributo di assonanza con l’originale) che legandosi a un individuo stermina chiunque abbiamo un rapporto con lui, facendogli terra bruciata intorno.
Per delle paure visivamente efficaci abbiamo pensato che un ambiente pieno di adolescenti fosse il luogo migliore dove sfogare il nostro demone. Ciò che spaventa un adulto è più strutturato. Si lega a questioni più pratiche come il lavoro o lo stato sociale che ha conquistato con fatica. Solo a leggerlo si capisce che non ci sia molto per cui spaventarsi. Forse può angosciare, ma visivamente non ci convinceva.
Invece l’adolescenza è un momento dove qualsiasi cosa può avere un’importanza capitale. Inoltre ci dava modo di riferirci al target di riferimento più congeniale per un horror: i teenager.
Abbiamo così creato un ambiente scolastico che richiamasse le atmosfere delle serie tv Tredici ed Elite. Un luogo dove i giovani sono abbandonati dagli adulti e giocano a sostituirli con i comportamenti più cinici. Un bel ambiente, non credete?
In questo mondo votato all’apparenza e all’indifferenza il Reykim può mietere vittime con estrema facilità, se non fosse che sulla sua strada si ritroverà uno psichiatra più attento alla propria fama che al lavoro a cui è chiamato per salvare le giovani vite dell’istituto. Purtroppo anche lui ha delle paure (l’unico adulto che ci siamo concessi) e tutte legate ai propri scheletri nell’armadio. Quando anche lo psichiatra sarà perseguitato dal Reykim riuscirà a trovare un modo per fermarlo prima di essere spinto a togliersi la vita?
In un gioco di allucinazioni e scoperta della verità, capire cosa sia reale o meno è impossibile. Chi è vittima del demone vive solo la propria paura ed è l’unico in grado di vederla. L’incubo diventa la realtà ineluttabile, perenne, interminabile. Non si può cambiare. Si può solo accettarla e accettare una vita di terrore. L’alternativa, come detto, è solo la morte.